giovedì 20 dicembre 2012

Patrimoni segreti al bin11

Inaugura questa sera alle ore 21.30 negli spazi del bin11, via Belfiore 22a, Torino, la mostra “Vatican Secret Archive” di Marco Ansaloni, nell'ambito della rassegna Reportage From Babylon a cura di  Ivan Catalano, Valeriu Ceobanu e Giampiero Vietti. L'inaugurazione sarà preceduta dall'incontro con l'autore, che si terrà presso la libreria Trebisonda, via S. Anselmo 22, Torino, alle ore 20.30. La mostra rimarrà presso la galleria bin11 fino al 6 gennaio 2013. 


ph. Marco Ansaloni

“Vatican Secret Archive” è un progetto realizzato dal fotografo torinese Marco Ansaloni, i cui scatti vengono presentati per la prima volta in Italia, dopo la loro pubblicazione in 7 edizioni europee del National Geographic (tra le quali Italia, Spagna, Germania, Olanda, Belgio, Portogallo e Repubblica Ceca), attraverso un servizio fotografico realizzato dentro l’Archivio Segreto Vaticano, e nasce da una collaborazione con il giornalista scientifico Marco Merola e la redazione del National Geographic Italia.

In occasione dell’anniversario dei 400 anni dalla fondazione dell’Archivio Segreto da parte di papa Paolo V, il Vaticano ha deciso di aprire le porte di uno degli angoli più misteriosi e carichi di fascino del suo piccolo stato. Un percorso e uno sguardo inedito attraverso le stanze e i luoghi che racchiudono chilometri di documenti ed epistole che formano parte di un patrimonio esclusivo e mondiale.

A fronte dell’immaginario leggendario e oscuro, cavalcato negli ultimi anni da romanzi e colossal di grande successo, l’obiettivo della macchina fotografica di Marco Ansaloni si è rivolto su chi giornalmente lavora e anima queste stanze, con lo scopo di raccontare la dimensione quotidiana di coloro che lavorano a stretto contatto con questo immenso patrimonio. Restauratori, bibliotecari e ricercatori che si muovono tra le mura di questo archivio unico. “La possibilità di entrare e poi lavorare con il personale dell’Archivio su documenti e pergamene ingiallite dal passo del tempo, è stato un privilegio professionale ma anche personale” ci racconta Marco Ansaloni.

h20:30 | Libreria Trebisonda, via S. Anselmo 22, Torino

Incontro con l’autore Marco Ansaloni e Ivan Catalano, Valeriu Ceobanu e Giampiero Vietti (curatori della rassegna Reportage From Babylon); proiezione di un video in formato multimedia con alcune delle immagini selezionate.

h21.30 | bin11, via Belfiore 22a, Torino

Inaugurazione della mostra “Vatican Secret Archive” di Marco Ansaloni

Marco Ansaloni nasce a Torino nel 1973, risiede a Barcellona dal 2002, dove lavora come freelance collaborando con vari gruppi editoriali e magazines europei e internazionali, come National Geographic, GEO, Focus, Touring / National Geographic Traveller, Gruppo Espresso, RCS, Archaeology magazine. Nel corso degli anni si è specializzato in foto-reportage legati alla Storia, sempre con uno sguardo sull’Attualità sociale.



martedì 18 dicembre 2012

E' la fine del mondo, ma in 12 steps

Ci siamo quasi. Se è vero che il 21.12.2012 si verificherà un evento di natura imprecisata e di proporzioni planetarie che porrà fine niente meno che al mondo, allora vale la pena trascorrere gli ultimi giorni partecipando a eventi di proporzioni planetarie sì, ma di natura meglio precisata. 
Ci pensa allora la JUMA Communication - storica impresa di produzioni video torinese - a tenere occupata la nostra testa proprio il 20.12.2012 e lo fa come meglio gli riesce, attraverso una proiezione video molto particolare dal titolo 12 steps until the end of the world, che avrà inizio alle ore...20.12
Si tratta di 12 "passi" verso la fine del mondo realizzati da gennaio a dicembre 2012 dalla sapiente mano dell'artista torinese Jins© e prodotti dalla stessa Juma.    



Trailer Ufficiale


Max Judica Cordiglia, titolare della JUMA Communication ci racconta l'evento così: "Questa sera, oltre a essere la sera prima della fine del mondo (almeno secondo i maya) e' anche la sera della proiezione ufficiale di tutti gli "steps" realizzati da gennaio a dicembre 2012 da Jins© e prodotti da Juma. 


Un vero e proprio film animato in 12 puntate che parla, con ironia, dei reali motivi per cui il nostro pianeta sta andando in malora. Sembra fantasia ma e' cruda realtà. 

Il giorno dopo, se il mondo non fosse ancora definitivamente defunto, tutto quello che avrete visto la sera prima sarà degno di riflessione e potrà tornare molto utile a tutti quanti.

Contemporaneamente verrà  inaugurata la nuova sede della Juma Communications: strano giorno per iniziare qualcosa di nuovo! Ma in fondo noi proprio non ci crediamo che quella sera sia effettivamente l'ultima... ...ancora molto tempo dovremo restare su questo maleodorante ed inquinato pianeta, quindi, meglio tirarsi su le maniche e mettersi in azione! 

E' quello che faremo. 

Questa sera infine (anche se non era nostro iniziale intento che fosse cosi') e' anche una mostra a 4 con dipinti di Jins© e SarahBowyer, fotografie di Erika Akira Fortunato e sculture di Giovanna Giachetti (il cui studio inaugura a pochi passi da noi in via PrincipessaClotilde) . Presenti anche 3 grandi lavori "Combo" inediti : BlackDays (Jins©+Bowyer live @ Basaglia), Shark (GioGiachetti+Jins©) e un'opera combo di Jins con l'artista Clet, tanto per ribadire a chi pone troppe regole e vincoli all'interno del sistema dell'arte contemporanea, che l'arte e' nostra e ci divertiamo come e quanto vogliamo, da soli o insieme, con il permesso della "casta" o della cosidetta "élite" ma anche senza la loro approvazione.

Ma non divaghiamo... 

Questa sera e' una FESTA.

Cibo e bevande non mancheranno cosi' come la musica di vari djs : Jins©, ToniNegro, MoMa Kant, Massimo Padrino, IgorFunkyCriminal.
Pare che anche il PoneLovingCupWineCamperBar appartenuto negli anni 60 ai RollingStones e dipinto nel 2011 da Jins, venga a parcheggiarsi proprio nel nostro ampio cortile, che per l'occasione sarà illuminato e musicato." 



Info
20/12 2012 dalle 19.00
@Juma Communication
Corso Principe Oddone 88, Torino
- aperitivo dalle ore 19
- proiezione dalle ore 20.12 
- muzikparty dalle ore 22,30
- scultura di ghiaccio a cura di Cubetto Ghiaccio

Link

venerdì 14 dicembre 2012

Autocritica, merce rara

una guida vagamente sarcastica per muovere passi ponderati nel difficile mondo dello scatto digitale. E' tutto qui.

Gratta e (non) vinci

La città è una silhouette nera, quella tipica di uno scatto controluce al tramonto. Il tramonto però, nel caso dell'opera di GEC, artista cuneese trapiantato a Torino, è fatto di Gratta e Vinci usati. 

Sono 12.000 infatti i famosi biglietti che l'artista ha raccolto durante sei mesi di lavoro, un progetto collettivo partito in rete che ha richiesto il supporto di tabaccherie e singoli individui. Il progetto si intitola "Cala la notte" e GEC lo presenta con la sua solita ironica visione delle cose e dell’umano, costruendo un lavoro, la cui struttura stessa è fatta da ciò che resta di un sogno infranto. Il tentativo è quello di bloccare in un’immagine la situazione attuale, in cui sulle forme delle città italiane, sta calando lentamente il buio, nella speranza che la notte non sia troppo lunga… Molte sono le domande poste, sottilmente, da questa installazione, studiata per essere successivamente affissa in un’area pubblica di tipo storico o industriale e che in anteprima verrà presentata a Siena mercoledì 19 dicembre presso varie sedi: cortile di Palazzo Chigi Zondadari e circolo artistico e musicale unTubo
Che la fede cieca in una casuale e improvvisa vincita non faccia apparire gli adulti simili a bambini? Che il delirio collettivo che porta milioni di italiani a buttare soldi e speranze in questa frenetica ossessione non rappresenti una forma di dipendenza attuale che segna l’epoca e massifica “il gesto impulso”, schizofrenico, artistico, trascendentale del comune “grattare” immortalandolo come un costume e un usanza culturale? Si può pensare ad una "epidemic crazyness" orientata verso un'illusoria "happyness"?



Qualche dato?
2.073 gratta & vinci utilizzati nell’opera 
€ 10.387 spesi per acquistare questi 2.073 gratta & vinci
32,5 secondi impiegati in Italia per grattare e spendere € 10.387 in gratta & vinci
0,82% probabilità che tra tutti i 2.073 gratta & vinci ce ne sia almeno uno che faccia vincere 10.000 o più euro.






Info
GEC
Cala la notte
A cura di Gaia Pasi
Opening: mercoledì 19 dicembre 2012 dalle ore 18:30
Il Cortile di Palazzo Chigi Zondadari via Banchi di Sotto n. 46, 53100, Siena.
Circolo artistico e musicale unTubo vicolo del Luparello n. 2, 53100, Siena.






giovedì 13 dicembre 2012

Maestri del '900 alla blitzphotogallery

Inaugura questa sera alle ore 18.00 negli spazi della galleria blitzphotogallery di Torino, via Bologna 220/25 la mostra fotografica Maestri del '900 a cura di Mauro Raffini
La mostra presenta in contemporanea le opere di due noti autori della fotografia italiana, Cesare Colombo, fotografo e studioso dell’immagine, opera da cinquant'anni nella doppia veste di autore e di curatore di ricerche storiche. In questa occasione, le sue 30 immagini – in diversi formati, riprese tra il 1956 e il 2011 – si riferiscono quasi tutte al fotolibro antologico Life Size. La misura della vita, edito nel 2009 e Chiara Samugheo, la più significativa fotografa italiana dello star system del dopoguerra, rappresentata da 20 immagini vintage a colori degli anni ’60. A queste si aggiungono due rarissime fotografie in bianco e nero provenienti dal Guggenheim Museum di New York relative al primo periodo neorealista dell’artista .
La mostra continua fino all'11/01/2013. 




Info
blitzphotogallery
info@blitzphotogallery.com
011 280220

Link
Blitzphotogallery

mercoledì 12 dicembre 2012

Visioni koreane

Parlando di installazioni non si può evitare di menzionare Do Ho Suh, nato a Seoul nel 1962. E' l'artista che ha rappresentato la Korea alla biennale di Venezia del 2001. Nei suoi lavori, spesso installazioni che occupano spazi museali molto grandi o addirittura urbani, esplora la relazione tra l'individuo, la collettività e l'anonimato, tutti lavori i suoi definiti site-specific, ovvero creati ad hoc per lo spazio che andranno a occupare.

Pubblichiamo di seguito alcune immagini delle sue impressionanti installazioni, ma molte altre sono disponibili sul sito della nota galleria Lehman Maupin.


DO HO SUH
Karma, 2003
urethane paint on fiberglass/resin
391 x 299.7 x 739.1 cm
DO HO SUH
Fallen Star, 2012
Installation view, Stuart Collection, UCSD, San Diego, CA
Photo: Philipp Scholz Rittemann
DO HO SUH
High School Uni-Form, 1997
fabric, plastic, stainless steel, casters
300 parts total:
701 x 551.2 x 137.2 cm

lunedì 10 dicembre 2012

Riccardo gioca la sua partita. A teatro.

Se è vero che il cinema è stato definito da qualcuno immagine in movimento, il teatro si può allora intendere come immagine "in vita". Ed è per questo che, ancora una volta, vogliamo invitarvi a teatro. 
Il 15 e 16 dicembre 2012 va in scena alle Fonderie Limone di Moncalieri (Torino) "Riccardo III", di W. Shakespeare, nell'allestimento della compagnia Artisti Associati Paolo Trenta e per la regia di Elena Cortese.


La febbrile corsa al potere di Riccardo diventa qui una partita a scacchi in cui egli stesso è protagonista, manovrando, nel suo folle gioco, i destini dei personaggi e sfidando in ultimo anche se stesso.
La cornice, fortemente evocativa, in cui si muovono le figure è impreziosita dalle produzioni video di Fabrizio Luzzo e dalle composizioni di Gilson Silveira, eseguite in scena dai ComunicaTO Samba.

ph. Fabrizio Luzzo

ph. Fabrizio Luzzo
Riccardo III, W. Shakespeare
sabato 15 dicembre 2012, h 20:45
domenica 16 dicembre 2012, h 15:30
Fonderie Limone
via Pastrengo, 88 - Moncalieri (TO)
Ingresso € 10 (posto unico non numerato)
Prevendite: Libreria Fenice, via Porta Palatina 2 - Torino (011.4362689); La Biglietteria, via XX settembre 68/h - Torino (011.543534).
Per qualsiasi ulteriore informazione sullo spettacolo e sulla programmazione della compagnia: info@artistiassociatipaolotrenta.org

venerdì 7 dicembre 2012

Le sedie e le attese di Roberta Toscano

Segnaliamo con piacere l'inaugurazione della mostra di Roberta Toscano, questa sera alle ore 18.30 alla Galleria Oblom di via Baretti 28 a Torino. Il progetto fotografico che Roberta Toscano presenta si intitola Attese e ci conduce in un viaggio sulle strade della periferia torinese dove le prostitute sono solite attendere i clienti. Roberta Toscano ci offre uno sguardo originale e sensibile su un paesaggio di sofferenza che abitualmente lasciamo scorrere ai margini della nostra coscienza.

ph. Roberta Toscano

Le sedie e le attese di Roberta Toscano
di Fabrizio Bonci

Una blusa è appesa al telaio della sedia senza schienale. Sotto il sedile rivestito di fòrmica una busta di nylon e un paio di vecchie scarpe décolleté ornate da un fiocco di raso. La sedia con il cambio d’abiti è collocata su un tratto di terreno sassoso, su cui crescono i primi ciuffi d’erba del prato punteggiato di tarassachi che costituisce lo sfondo sfuocato dell’immagine. C’è qualcosa di commovente in questa fotografia scarna e non priva di bellezza che Roberta Toscano ha scattato lungo il ciglio di una strada, da qualche parte alla periferia di Torino. E’ forse il modo, insieme accurato e frettoloso, in cui sono state disposte le scarpe, in parte nascoste da un grosso ciottolo, probabilmente utilizzato come poggiapiedi, che la fotografa ha preferito non rimuovere, rinunciando a un migliore risultato formale in favore di un’oggettività documentaristica scevra di preoccupazioni di ordine estetico. Forse sono le piccole lacerazioni di colore chiaro prodotte dall’usura sul tessuto nero delle tomaie su cui si sofferma il nostro sguardo.
Una seconda fotografia mostra un bidone giallo, capovolto per servire da sedile. Accanto al bidone, posati a terra, due pentolini e due ombrelli a metà sepolti sotto un cespuglio di parietaria. In questo caso, l’intenzione documentaristica, che si esprime in un piano ravvicinato, è particolarmente insistente e asettica. Siamo chiamati a osservare ogni dettaglio del misero bivacco: i recipienti sformati, gli ombrelli, uno dei quali senza manico, i piccoli rifiuti sparsi sul terreno. Sul bidone possiamo leggere la scritta rovesciata: “Big Chef. Olio di palma”.
Un altro bidone di lamiera rossa è il soggetto di una terza immagine. A sinistra una borsa di tela blu è abbandonata sull’erba. Alcuni papaveri calpestati si protendono verso la base del contenitore, di cui riflettono un’eco cromatica. L’etichetta del bidone, questa volta, è stata cancellata dal tempo. Guardiamo quel rettangolo bianco e vuoto sulla lamiera rossa illuminata dal sole.
Nelle immagini successive vediamo altre sedie e altri sedili improvvisati, fotografati lungo il ciglio di strade statali o corsi di periferia. Fotografie che sono in qualche modo tutte uguali, ritraendo il medesimo squallore, la medesima miseria di un paesaggio umano, quello della prostituzione di strada, che ci è familiare e che siamo abituati a lasciar scorrere, in quel controcampo delle fotografie della Toscano che siamo noi stessi, al di fuori dei finestrini delle nostre automobili e ai margini della nostra coscienza. E allo stesso tempo le fotografie sono tutte diverse, nel momento in cui evocano esistenze singole, la cui assenza nella rappresentazione fotografica mette in luce, forse più di quanto non farebbe la loro presenza, il loro carattere di unicità e irripetibilità.
Vi è poi nel lavoro della Toscano, oltre a questo aspetto d’impegno, che tende a richiamare l’attenzione su una condizione sociale tra le più aspre, un interessante spunto di riflessione sul fenomeno dell’attesa. Osservando le sedie sulle quali le prostitute attendono i clienti, si è portati a domandarsi quali siano le caratteristiche di questo tipo d’attesa, nella quale le prostitute trascorrono gran parte del loro tempo. E’ una questione che colloca questo particolare tempo interstiziale su un piano potenzialmente più complesso di quello definito dalla sola categoria giudiziaria dell’adescamento e che vale la pena di porsi.
In effetti Roberta Toscano con le sue fotografie ci pone di fronte a un gioco di specchi. Noi osserviamo le sedie vuote in attesa di essere occupate e l’assenza riflette la presenza della prostituta che a sua volta riflette l’immagine del cliente che interromperà l’attesa della donna. E nel riflesso di quelle immagini ci siamo noi che le guardiamo e attendiamo che qualcosa, non sappiamo cosa, si riveli.


Info e orari
Galleria Oblom
Via Baretti 28, 10125 Torino
Dal martedì al venerdì, ore: 16-20
il sabato su appuntamento
Tel. 3338438768
info@galleriaoblom.it
www.galleriaoblom.it


giovedì 6 dicembre 2012

La scuola di Düsseldorf sbarca a Torino

La Galleria Alberto Peola Artecontemporanea, di Via della Rocca 29 a Torino inaugura questa sera alle ore 18.00 la collettiva che porta a Torino i maestri della Scuola di fotografia dell’Accademia di Belle Arti di Düsseldorf, città che tra il 1976 e il 1997 ha rappresentato un luogo di eccellenza della produzione fotografica e un centro di formazione professionale e artistica ad altissimo livello.

Presso i locali di via della Rocca si potranno ammirare le opere di Hilla e Bernd Becher, Elger Esser, Andreas Gursky, Candida Höfer, Thomas Ruff e Thomas Struth.



Hilla e Bernd Becher
"Water Tower, Toledo, Ohio, USA, 1974"
1992
cm.92x75
fotografia in b/n ed.5

"Hilla (nata nel 1934) e Bernd Becher (1931-2007) vi insegnarono per l’intero ventennio. A loro, nella duplice veste di docenti e di artisti tra i più affermati a livello internazionale già a metà degli anni settanta, va riconosciuto un contributo decisivo nell'emancipazione artistica della fotografia.

La denominazione “classe di Becher” o “scuola di Düsseldorf” definisce un’affinità di visione fotografica oggettivante da una certa distanza. Ma, partendo dal processo di rinnovamento della fotografia documentaria perseguito dai Becher con estremo rigore e coerenza, gli “allievi”- Thomas Struth (diplomatosi nel 1980), Candida Höfer (nel 1982), Thomas Ruff (nel 1985), Andreas Gursky (nel 1987), Elger Esser (nel 1997) – hanno sviluppato percorsi artistici autonomi caratterizzati da un personale approccio concettuale e da un proprio linguaggio iconografico, aprendo nuove potenzialità all'immagine e contribuendo a loro volta all'affermazione della fotografia come opera d’arte, attraverso l’impiego di grandi formati, l’uso di sottili procedimenti di colorazione o della rielaborazione digitale, la scelta di una particolare presentazione."


Inaugurazione: giovedì 6 dicembre 2012, ore 18.00
Durata: da giovedì 6 dicembre 2012 a sabato 2 febbraio 2013
Orario: da lunedì a sabato dalle 15.30 alle 19.30

Info:
Alberto Peola Artecontemporanea
Via della Rocca, 29 - 10123 Torino
Tel. +39.011.8124460
Fax. +39.011.19791942
Email: info@albertopeola.com
Web: www.albertopeola.com

mercoledì 5 dicembre 2012

Play, giocare o recitare?

di Armando Cervetti

Siamo entrati da pochi giorni nel mese di Babbo Natale, quello più atteso dai nostri bambini. L'attesa è lunga e passa attraverso alcune tappe obbligate: fare l'albero, aprire finestrelle dall'incerto contenuto su un calendario di altrettanta incerta provenienza e chissà quali altri rituali. Tutto ciò sembra avere proprio il compito di allungare ancora di più l'agonia dell'attesa. Poi arriva Natale e le case si riempiono di nuovi giocattoli che animeranno le camere dei nostri figli per tutto l'anno a venire. 
I bambini, quando entrano in possesso di un gioco però, hanno la capacità di reinterpretarlo completamente attraverso una dote che noi adulti, sovente, fatichiamo a far emergere: la fantasia. In combinazione a questa c'è il vissuto di ogni bambino, a partire dai fatti di cronaca assorbiti da un telegiornale di sottofondo - che noi pensiamo sia passato totalmente inosservato - per arrivare alle vere esperienze vissute in famiglia o a scuola. 

The Twins - ph. J. Hobin

Il fotografo Jonathan Hobin (Toronto, Canada) ha lavorato proprio su questo tema nell'ambito del progetto dal titolo In the playroom, nel quale ha rappresentato realtà drammatiche reinterpretate nel gioco dei bambini. Le foto e quindi le situazioni sono create appositamente per il progetto e i bambini messi in posa, ma per quanto esasperati i concetti risultano estremamente realistici.  

A boo grave - ph. J. Hobin


«Le immagini di questa raccolta sono echi visuali di un immaginario creato dai media che ha avuto un effetto smisurato sulla nostra cultura. Le immagini sono deliberatamente create per sottolineare l’infiltrazione dei media moderni in ogni parte della vita quotidiana. Con i bambini come attori principali il mio obiettivo è quello di spingere gli osservatori a pensare alla prima volta che sono venuti a conoscenza di un fatto o ne hanno visto le conseguenze, e ad immaginare come un bambino potrebbe percepire lo stesso evento.»

Diana's dead - ph. J. Hobin
Vegas Wedding - ph. J. Hobin
White Nights - ph. J. Hobin


martedì 4 dicembre 2012

Il gioco delle coppie

Herbert List, fotografo tedesco classe 1903 scomparso nel 1975 fu introdotto alla nota agenzia Magnum niente meno che da Robert Capa.
Tutto incominciò però negli anni trenta quando entrò in contatto con il fotografo Andreas Feininger, che gli fece conoscere la Rolleiflex, una macchina fotografica che permetteva una autonoma composizione delle immagini. Operando sotto la duplice influenza del movimento surrealista (da una parte) e degli artisti Bauhaus (dall'altra), List sviluppò uno stile del tutto personale. 
Il progetto Le Couple, di cui pubblichiamo un estratto qui di seguito, è solo un esempio della sua affascinante ricerca fotografica.

Ph. Herbert List

List diceva dei suoi scatti: "sono visioni controllate, dove le (mie) composizioni cercano di catturare la magica essenza che occupa e anima il mondo delle apparenze" 

Ph. Herbert List
Ph. Herbert List
Ph. Herbert List
Ph. Herbert List
Ph. Herbert List

Per approfindire
Herbert List, web site
Herbert List, Magnum

lunedì 3 dicembre 2012

Sulle strade della... Thailandia

di Armando Cervetti


Quando si parte per la Thailandia per la prima volta e si approda in una città da oltre 9 milioni di abitanti quale Bangkok, solitamente si pianificano le visite il più possibile. Palazzo Reale, i grandi templi buddisti che hanno fatto la storia, un giro sull'immenso Chao Praya a bordo di una chiatta e qualche toccata e fuga nelle piazze principali. Poi si arriva là e ci si rende conto che lo spettacolo è dappertutto, nelle vie secondarie, nelle grandi arterie e nei carruggi della più realistica China Town al mondo.

Il fotografo tedesco Thomas Kalak ha effettuato uno studio urbanistico con la sua macchina fotografica proprio nella capitale Thailandese. Il progetto, dal titolo “Thailand – Same same, but different!”, che si concentra proprio su tutto ciò che generalmente sfugge all'occhio di un turista che si reca in quei luoghi.

ph. Thomas Kalak

ph. Thomas Kalak

ph. Thomas Kalak

ph. Thomas Kalak

ph. Thomas Kalak
ph. Thomas Kalak